Abbazia di San Giorgio
Abbazia di San Giorgio
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Raffaele I
メッシーナ, イタリア6,946件の投稿
2022年8月
I resti dell'Abbazia si raggiungono dopo una camminata di 40/50 minuti, per una "strada" non proprio agevole, vi consigliamo scarpe da trekking, inoltre giunti sul posto non si trovano indicazioni riguardanti il sito e si ha una sensazione di abbandono, Tuttavia vi consigliamo caldamente la visita, perchè il luogo è affascinante, l'Abbazia è situata in un piccolo pianoro dal quale si domina la vallata e lo sguardo può arrivare fino al mare.
投稿日:2022年8月26日
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Arianna V
ミジルメーリ, イタリア447件の投稿
2019年4月 • カップル・夫婦
Suggestiva abbazia, o quel che ne resta, a cielo aperto. Purtroppo non è presente alcun riferimento storico in loco, quindi la visita è fondamentalmente fine a se stessa. Non esattamente comodo il sentiero per arrivare all'abbazia, consiglio scarpe da trekking
投稿日:2019年5月1日
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Angelo A
マントヴァ, イタリア65件の投稿
2019年2月 • 友達
Bellissima passeggiata a piedi dal paese di Gratteri, ma sinceramente sono solo quattro mura con una storia abbastanza insignificante.
Lodevole l'interesse della cittadinanza di crearne un sito turistico ma sinceramente è troppo poco.
Troppe invece le feci di animali da pascolo presenti all'interno.
Lodevole l'interesse della cittadinanza di crearne un sito turistico ma sinceramente è troppo poco.
Troppe invece le feci di animali da pascolo presenti all'interno.
投稿日:2019年2月3日
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Filippa R
パレルモ, イタリア149件の投稿
2018年8月 • ファミリー
Bellissimo borgo delle Madonie,la vecchia Matrice e i ruderi dell'abbazia di San Giorgio ci ricordano che questo borgo visse secoli di ricchezza, quel che rimane del castello ne è testimonianza.
Dal cortile dell'orologio che era il posto di guardia del castello, da li si può ammirare il paese dall'alto circondato dal verde e rocce maestose ma la grotta Grattera è uno dei posti più belli da visitare dove si respira l'atmosfera della Sicilia antica e montana da portare sempre nel cuore.
Filippa Rappazzo
Dal cortile dell'orologio che era il posto di guardia del castello, da li si può ammirare il paese dall'alto circondato dal verde e rocce maestose ma la grotta Grattera è uno dei posti più belli da visitare dove si respira l'atmosfera della Sicilia antica e montana da portare sempre nel cuore.
Filippa Rappazzo
投稿日:2018年8月20日
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Gabriella M
イタリア6件の投稿
2017年11月 • 友達
Sulla CT_PA uscita Scillato, in direzione Collesano, superato il quale si prosegue in direzione Gratteri. Maps a un certo punto ci ha indirizzato in una strada asfaltata sulla destra senza alcuna segnaletica alla fine della quale, dopo un breve sterrato, abbiamo trovato un posteggio a ridosso dell'inizio di un sentiero largo e molto ben curato tra i boschi. L'Abbazia dista circa 4,5km da questo punto. Metà del percorso è in salita il restante quasi per intero in discesa su sentiero totalmente sterrato, si incontrano un paio di biforcazioni ma maps (e i raccoglitori di funghi incontrati!) ci hanno indirizzato e infine abbiamo raggiunto i ruderi che con la loro imponente suggestività ci hanno incantato. I rapaci volteggiano in cielo e i suoni della natura sono sinfonia nel silenzio assoluto!!!
投稿日:2017年11月6日
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bartocci b
ボローニャ, イタリア2件の投稿
2016年1月 • カップル・夫婦
splendido rudere immerso tra i boshi di Gratteri e Collesano. luogo dall atmosfera incantata dove godere di una vista incantevole sulla costa tirrenica
投稿日:2016年2月20日
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ddt85
グラッテーリ, イタリア197件の投稿
2015年9月 • 一人
A circa 4 km, a sud-ovest di Gratteri sorgono le imponenti vestigia dell'abbazia di San Giorgio, di epoca normanna, comprendente la canonia e la chiesa. La fondazione è attribuita al pontificato di Innocenzo II (1130 al 1142 e riconosciuto in Sicilia come papa legittimo solo nel 1139), probabilmente negli anni tra il 1140 e il 1142. L'abbazia sembra tuttavia già esistente, se ad essa si riferisce una bolla del 1115, in cui il re Guglielmo I, detto il Malo, concede "alla venerabile e sacra mansione di San Giorgio dei Crateri" alcune terre di Petralia. Secondo alcuni studiosi, inoltre, i resti dell'edificio potrebbero essere attribuiti al secolo precedente.
Una bolla del 1182, di papa Lucio III riconfermava alla canonia i beni e i privilegi acquisiti all'atto della sua fondazione ed elenca le chiese a quel tempo incorporate al priorato di San Giorgio (San Leonardo d'Isnello, San Nicola di Gratteri, San Cataldo di Partinico e San Pietro in Prato di Gangi. Un diploma del 1191 con cui Tancredi d'Altavilla concede all'abbazia numerosi privilegi in memoria del padre.
L'abbazia fu affidata ai monaci premostratensi, forse provenienti da una canonia di Saint-Josse-au-Bois, nella diocesi di Amiens in Francia. L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina.
Nonostante i privilegi, l'abbazia iniziò a decadere dal 1223, diventando prima "commenda" e poi un semplice "beneficio". Intorno al 1305 la canonia fu eliminata e i frati espulsi. Viene in seguito citata una "commenda" definitivamente abbandonata nel 1645 e alla metà del XIX secolo l'abate Vito Amico nel suo "Dizionario topografico della Sicilia" cita la chiesa, ancora aperta al culto, come appartenente all'ordine dei cavalieri di Malta. L'edificio, caduto in rovina, fu poi riutilizzato dai contadini come stalla e deposito di fieno.
Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di Cefalù. La muratura delle absidi si presenta in conci regolari con incavi sugli spigoli per accogliere colonne alveolari. Le altre pareti sono costituite in opera incerta con pietrame informe, ad eccezione delle incorniciature delle strette finestre. La parte ancora visibile del prospetto presenta un portale centrale con arcate cieche laterali. Il portale ad arco conserva una decorazione "a bastoni spezzati" simile a quella presente nel duomo di Cefalù e i capitelli delle colonne alveolate un tempo inserite nei piedritti. L'attacco di due archi trasversali ai lati del portale permette di ipotizzare la presenza di un protiro.
La fabbrica conventuale doveva trovarsi a nord della chiesa, mentre un chiostro doveva essere addossato alla sua navata meridionale.
Una bolla del 1182, di papa Lucio III riconfermava alla canonia i beni e i privilegi acquisiti all'atto della sua fondazione ed elenca le chiese a quel tempo incorporate al priorato di San Giorgio (San Leonardo d'Isnello, San Nicola di Gratteri, San Cataldo di Partinico e San Pietro in Prato di Gangi. Un diploma del 1191 con cui Tancredi d'Altavilla concede all'abbazia numerosi privilegi in memoria del padre.
L'abbazia fu affidata ai monaci premostratensi, forse provenienti da una canonia di Saint-Josse-au-Bois, nella diocesi di Amiens in Francia. L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina.
Nonostante i privilegi, l'abbazia iniziò a decadere dal 1223, diventando prima "commenda" e poi un semplice "beneficio". Intorno al 1305 la canonia fu eliminata e i frati espulsi. Viene in seguito citata una "commenda" definitivamente abbandonata nel 1645 e alla metà del XIX secolo l'abate Vito Amico nel suo "Dizionario topografico della Sicilia" cita la chiesa, ancora aperta al culto, come appartenente all'ordine dei cavalieri di Malta. L'edificio, caduto in rovina, fu poi riutilizzato dai contadini come stalla e deposito di fieno.
Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di Cefalù. La muratura delle absidi si presenta in conci regolari con incavi sugli spigoli per accogliere colonne alveolari. Le altre pareti sono costituite in opera incerta con pietrame informe, ad eccezione delle incorniciature delle strette finestre. La parte ancora visibile del prospetto presenta un portale centrale con arcate cieche laterali. Il portale ad arco conserva una decorazione "a bastoni spezzati" simile a quella presente nel duomo di Cefalù e i capitelli delle colonne alveolate un tempo inserite nei piedritti. L'attacco di due archi trasversali ai lati del portale permette di ipotizzare la presenza di un protiro.
La fabbrica conventuale doveva trovarsi a nord della chiesa, mentre un chiostro doveva essere addossato alla sua navata meridionale.
投稿日:2016年2月8日
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ddt85
グラッテーリ, イタリア197件の投稿
2015年7月 • 一人
A circa 4 km, a sud-ovest di Gratteri sorgono le imponenti vestigia dell'abbazia di San Giorgio, di epoca normanna, comprendente la canonia e la chiesa. La fondazione è attribuita al pontificato di Innocenzo II (1130 al 1142 e riconosciuto in Sicilia come papa legittimo solo nel 1139), probabilmente negli anni tra il 1140 e il 1142. L'abbazia sembra tuttavia già esistente, se ad essa si riferisce una bolla del 1115, in cui il re Guglielmo I, detto il Malo, concede "alla venerabile e sacra mansione di San Giorgio dei Crateri" alcune terre di Petralia. Secondo alcuni studiosi, inoltre, i resti dell'edificio potrebbero essere attribuiti al secolo precedente.
Una bolla del 1182, di papa Lucio III riconfermava alla canonia i beni e i privilegi acquisiti all'atto della sua fondazione ed elenca le chiese a quel tempo incorporate al priorato di San Giorgio (San Leonardo d'Isnello, San Nicola di Gratteri, San Cataldo di Partinico e San Pietro in Prato di Gangi. Un diploma del 1191 con cui Tancredi d'Altavilla concede all'abbazia numerosi privilegi in memoria del padre.
L'abbazia fu affidata ai monaci premostratensi, forse provenienti da una canonia di Saint-Josse-au-Bois, nella diocesi di Amiens in Francia. L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina.
Nonostante i privilegi, l'abbazia iniziò a decadere dal 1223, diventando prima "commenda" e poi un semplice "beneficio". Intorno al 1305 la canonia fu eliminata e i frati espulsi. Viene in seguito citata una "commenda" definitivamente abbandonata nel 1645 e alla metà del XIX secolo l'abate Vito Amico nel suo "Dizionario topografico della Sicilia" cita la chiesa, ancora aperta al culto, come appartenente all'ordine dei cavalieri di Malta. L'edificio, caduto in rovina, fu poi riutilizzato dai contadini come stalla e deposito di fieno.
Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di Cefalù. La muratura delle absidi si presenta in conci regolari con incavi sugli spigoli per accogliere colonne alveolari. Le altre pareti sono costituite in opera incerta con pietrame informe, ad eccezione delle incorniciature delle strette finestre. La parte ancora visibile del prospetto presenta un portale centrale con arcate cieche laterali. Il portale ad arco conserva una decorazione "a bastoni spezzati" simile a quella presente nel duomo di Cefalù e i capitelli delle colonne alveolate un tempo inserite nei piedritti. L'attacco di due archi trasversali ai lati del portale permette di ipotizzare la presenza di un protiro.
La fabbrica conventuale doveva trovarsi a nord della chiesa, mentre un chiostro doveva essere addossato alla sua navata meridionale.
Una bolla del 1182, di papa Lucio III riconfermava alla canonia i beni e i privilegi acquisiti all'atto della sua fondazione ed elenca le chiese a quel tempo incorporate al priorato di San Giorgio (San Leonardo d'Isnello, San Nicola di Gratteri, San Cataldo di Partinico e San Pietro in Prato di Gangi. Un diploma del 1191 con cui Tancredi d'Altavilla concede all'abbazia numerosi privilegi in memoria del padre.
L'abbazia fu affidata ai monaci premostratensi, forse provenienti da una canonia di Saint-Josse-au-Bois, nella diocesi di Amiens in Francia. L'affidamento si inserisce nell'ambito dell'appoggio che i Normanni diedero in Sicilia al monachesimo occidentale, in opposizione a quello orientale, che si era diffuso con la dominazione bizantina.
Nonostante i privilegi, l'abbazia iniziò a decadere dal 1223, diventando prima "commenda" e poi un semplice "beneficio". Intorno al 1305 la canonia fu eliminata e i frati espulsi. Viene in seguito citata una "commenda" definitivamente abbandonata nel 1645 e alla metà del XIX secolo l'abate Vito Amico nel suo "Dizionario topografico della Sicilia" cita la chiesa, ancora aperta al culto, come appartenente all'ordine dei cavalieri di Malta. L'edificio, caduto in rovina, fu poi riutilizzato dai contadini come stalla e deposito di fieno.
Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di Cefalù. La muratura delle absidi si presenta in conci regolari con incavi sugli spigoli per accogliere colonne alveolari. Le altre pareti sono costituite in opera incerta con pietrame informe, ad eccezione delle incorniciature delle strette finestre. La parte ancora visibile del prospetto presenta un portale centrale con arcate cieche laterali. Il portale ad arco conserva una decorazione "a bastoni spezzati" simile a quella presente nel duomo di Cefalù e i capitelli delle colonne alveolate un tempo inserite nei piedritti. L'attacco di due archi trasversali ai lati del portale permette di ipotizzare la presenza di un protiro.
La fabbrica conventuale doveva trovarsi a nord della chiesa, mentre un chiostro doveva essere addossato alla sua navata meridionale.
投稿日:2016年2月4日
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